mercoledì 29 dicembre 2010

non ci sono più i conservatori di una volta...

Molti pensano che il mondo stia andando a destra, che la crisi e le paure, economiche, dei migranti etc, sia florido terreno per i partiti conservatori.

Secondo me il problema è proprio nel fatto che i conservatori non esistono più. Quelli tipo Montanelli, intransigenti moralmente, eticamente impeccabili, che predicano in un modo e razzolano nello stesso, che mettono la libertà della persona anche delle volta davanti a delle esigenze della comunità. La sinistra ha una dimensione per esistere, mettere tutti sulla stessa linea di partenza, recuperare le grandi disuguaglianze. Ma per i conservatori?

Lasciato da parte il caso clinico italiano, i conservatori americani sono diventati una lobby delle armi, delle società assicurative e del petrolio. Se si pensa che furono i repubblicani ad abolire la schiavitù...
Il loro massimo esponente è G.W. Bush, che solo a sentirlo parlare cadono le palle. La stupidità al potere.

Il conservatore inglese è di un'altra pasta?

Beh certo con un cotanti antenati ci si aspetta qualcosa di meglio.
Cameron propone petizioni elettroniche per studiare le nuove leggi. Quando raggiungono centomila firme verranno discusse in parlamento.
E' una buona idea?
Secondo me è una stronzata epocale. Una proposta che sa, ed è, populista e demagogica. La democrazia è rappresentatività. Io eleggo una persona che deve fare le leggi, anche quelle che a me, adesso, ora, appaiono criticabili. Perchè le leggi non devono essere demagogiche. Perchè chi guarda il bene comune deve avere una prospettiva più lunga che il dietro l'angolo.
Sono sicuro che almeno 100.000 inglesi sono contrari all'europa, favorevoli alla condanna a morte, contrari all'aborto, vorrebbero magari abolire il diritto di sciopero e alcune libertà fondamentali.

Un parlamento si dovrebbe esprimere su queste questioni? Non sono oramai nel DNA? Non di tutti certo, ma se ci pieghiamo alle stupidaggini di ogni trascurabile minoranza rischiamo di confondere l'anarchia con la democrazia.

lunedì 27 dicembre 2010

lame duck

E' una espressione inglese ("anatra zoppa" la traduzione) per indicare una situazione politica come la attuale. Negli US vi sono state le elezioni per il congresso ma il nuovo non si è ancora insediato. Nel frattempo rimane in carica il parlamento precedente.

In questa situazione è successo qualcosa di molto sorprendente. In pochi giorni sono stati approvati molti provvedimenti fondamentali. Dall'abolizione della don't ask don't tell (che impediva ai gay nelle forze armate di fare outing) alla ratifica del trattato START con la Russia per le armi nucleari, all'estensione dei tagli fiscali e dei supporti di disoccupazione. Il più produttivo lame duck dagli anni 60.

Svincolati dalla campagna elettorale, sicuri di avere riconquistato il seggio o di averlo perso, i parlamentari hanno fatto quello che dovrebbe essere il loro lavoro. Si sono messi d'accordo su provvedimenti che tutti ritengono necessari e di buon senso.

Che ipocrisia la politica attuale.

giovedì 23 dicembre 2010

cosa la legge non può modificare

Non è una legge che può cambiare l'Università. Sono le persone, la loro indole, il loro modo di rapportarsi, la serietà nello svolgere il loro compito, il considerare l'Università un servizio e non un privilegio.
La nefanda attitudine a cercare di trarre il massimo vantaggio per se' a scapito dell'istituzione non cambia certo con una legge.
L'etica non può essere stabilita da un codice. E senza di essa ogni legge si può aggirare, ogni regolamento annacquare.

martedì 21 dicembre 2010

Ei fu

E' morto Enzo Bearzot. A molti giovani questo nome non dice nulla. Per me è legato ad un mondo diverso.

Ognuno credo trovi una età dell'oro nei tempi della sua giovinezza. Io non faccio eccezione. Il calcio del 1982 era un altro pianeta. Le squadre avevano 11 giocatori e 5 riserve. Le partite si giocavano tutte alla stessa ora, alle 14:30 in inverno, alle 16 in estate. La radiolina era il nostro compagno della domenica. Gli spalti erano sempre "gremiti al limite della capienza" e la ventilazione "inapprezzabile" nelle cronache di Sandro Ciotti.
Non vedevamo nulla, immaginavamo solo.

Alle 18:15, al novantesimo minuto in estate, c'era Paolo Valenti e novantesimo minuto. Finito questo alle 19 c'erano 30 minuti di sintesi della partita più importante. Durante la settimana si parlava d'altro, la champion si chiamava Coppa Campioni e la giocava una sola squadra per nazione. Di calcio estero non si parlava molto ne' si vedeva nulla.

Il mondiale del 1982 è stato il più bello. Italia Brasile la partita delle partite. L'ho rivista di recente. Non si faceva pressing, ogni azione era di attacco. Era una calcio più istintivo, molto meno fisico, più geniale e molto più divertente.

La finale la vidi a Santa Marinella, avevamo un piccolo televisore in bianco e nero. Al goal di Rossi gridai e mia madre arrivò come al solito per reprimere l'urlo. Al che mio padre l'apostrofo:"se non avesse strillato non sarebbe stato normale!" Vidi la coppa del mondo in bianco e nero.
Che notte, Pertini che si alzava e festeggiava come un tifoso, davanti al cancelliere tedesco ingessatissimo. E poi la partita a carte sull'aereo con Causio, Zoff e Bearzot. E il presidente che non voleva perdere.

Fu una grande impresa perchè vincemmo con merito giocando un gran calcio. Eravamo belli da vedere. Era una squadra che ci univa, nessuno pensava questo è della Juve, quello dell'inter. Si gridava Forza Italia. Neanche questo si può fare più...

sabato 18 dicembre 2010

salto di una generazione

C'è chi chiama i ragazzi di oggi la generazione meno, la prima generazione ad avere meno dei proprio padri. Non sono d'accordo. La mia è stata la prima generazione meno, quella dei quarantenni. La precarietà nel lavoro l'hanno collaudata su di noi. Siamo noi che abbiamo trovato tutte le caselle occupate perchè la classe dirigente di questo paese si è arroccata sulle loro posizioni. Nel primo governo Prodi il ministro più giovane era la Melandri, dieci anni dopo il ministro più giovane era sempre la Melandri. Nell'Università ci sono più ordinari che associati, perchè invece di aprire ai giovani hanno usato le risorse per consolidare il loro potere.

E adesso? Adesso che la mia generazione è così in ritardo nell'entrare nel mondo del lavoro, nelle stanze dei bottoni il rischio è che qualcuno pensi che oramai non c'è più nulla da fare. E' una generazione persa. Apriamo ai giovani. Il testo della Gelmini sui ricercatori Tempo Determinato (TD) li pone dopo sei anni eligibili per essere associati. A parte il problema di non avere i fondi per assumerli, in ogni caso solo il 20% dei nuovi associati verrà dai vecchi ricercatori. Ecco il primo colpo. Cominciano a bussare. E il bello che noi siamo chiamati a decidere se prendere questi TD. Nel momento che facciamo ciò che l'etica e il senso di giustizia ci impongo, ovvero votare sì alla loro assunzione, ci scaviamo la fossa.

Siamo come una macchina sull'autostrada dietro un camion lento quando c'è traffico. Nessuno la fa uscire dalla sua corsia per superare.

futuro posteriore

Il futuro anteriore è quello che si impara a scuola. Quello posteriore può avere due letture: o è il futuro di chi legge la targa, di chi guarda la società da dietro, oppure è quello di chi pensa che il futuro non gli riserverà belle sorprese. Ognuno dei due non vede comunque un futuro migliore davanti a lui.