giovedì 24 febbraio 2011

fine di una epoca

Oggi decolla l'ultima missione dello Space Shuttle a solo pochi giorni fa dal 25esimo anniversario della tragedia del Challenger. Siamo qui a vedere il tramonto di un era, mentre non si scorge l'alba della prossima.

Era il 1974 quando trovai su un Topolino il primo prototipo di traghetto spaziale. Ma solo nel 1981 finalmente il Columbia partì da Cape Canaveral. In realtà la partenza fu una serie incredibile di rinvii. E noi tutti in diretta ad aspettare. Quella estate un mio amico coniò la battuta: "ha più ritardi di uno space shuttle".

Credo che nella fine del programma spaziale degli space shuttle vi sia un segno dei tempi. Lo spazio ha rappresentato per decadi quella nuova frontiera di cui gli uomini hanno bisogno per sognare, per elevarsi dalle miserie di questo mondo, per ricollocare la nostra avventura nello scenario più vasto dell'universo.

Oggi quella sete di avventura, di sapere, di incognito, di sfida sembra non attrarre più nessuno. La Nasa chiude con gli shuttle senza avere un sostituto. Il progetto Constellation sarà tagliato. Tornare sulla Luna e poi arrivare su Marte non è nei programmi. I bilanci prima di tutto, l'uso oculato delle risorse di denaro pubblico, il risparmio, queste sono le parole d'ordine.

Eppure le ricadute tecnologiche delle missioni spaziali hanno cambiato il nostro mondo, a partire dalle calcolatrici tascabili inventate per il programma Apollo. E in molti di noi hanno cambiato anche il modo di vedere le cose sulla terra.

Forse la fine dello space shuttle è solo un simbolo di un mondo troppo avido di avere e poco di conoscere.

Mi chiedo quanto ragazzi oggi guardano il cielo e sognano di diventare astronauta, un lavoro che mi sarebbe piaciuto parecchio da bambino. Ma forse il problema non si pone nemmeno. Oggi i ragazzi difficilmente trovano il tempo di guardare il cielo.

lunedì 21 febbraio 2011

sconfitte vittoriose

Certamente una vittoria, in qualunque ambito della vita, è molto ben gradita. La vittoria ci esalta, aumenta la nostra autostima, ci gratifica.
D'altro canto esistono anche le sconfitte, quelle di poco conto tipo la squadra del cuore, o quelle più consistenti, ad esempio sul lavoro, un concorso che non sarà vinto, un passaggio di livello che non ci sarà, un compito che sarà affidato ad un'altra persona.


Modestamente io sono una autorità in materia, nel senso che ne ho avute molte, alcune molto dolorose. Ma ogni volta mi sono detto:"Non era abbastanza". Si vede che non era abbastanza quello che avevo fatto. E da lì ho trovato la forza per andare avanti, indipendentemente dalle condizioni al contorno. Credo che siano i momenti di arresto quelli che ci portano a riconsiderare il nostro operato. Se siamo in grado di migliorare noi stessi allora dovremmo solo ringraziare di averli avuti (anche se ci sono costati sofferenza).


Ho avuto un esempio in questi giorni. Dei giovani che conosco hanno avuto una piccola sconfitta, forse la loro prima vera piccola sconfitta professionale. Ed invece di scoraggiarsi hanno trovato in questa la forza, la carica per fare sempre meglio, per non accontentarsi. E questo mi ha ricordato l'importanza delle sconfitte vittoriose.

giovedì 17 febbraio 2011

Perchè Sanremo è Sanremo

Puntata speciale dei 150 anni dell'Unità di Italia.
Che dire?
Elettrizzante.
Le due bellone non riescono a mettere due parole di fila.
Morandi è emozionato come un bambino e acciacca un piede della Belen, che dimostra di essere bella anche fosse calva, complimenti al parrucchiere.
Mancano i tempi, si parlano sopra, non si sa chi deve annunciare, i microfoni sono chiusi quando parlano, un casino.

Anna Oxa stupra O' sole mio. Questa trasmissione è in fascia protetta, la vedono i ragazzini, la Oxa sembra uscita da un film horror. Ma usa i truccatori di Twilight?

Va' pensiero viene arrangiato in un modo che hanno dovuto insonorizzare la tomba di Verdi.

1000 lire al mese è ben interpretata da Patty Pravo, peccato che ogni tanto sembra che abbia un tubero in bocca perchè tende a scucirsi.

Giusy Ferreri ci fa sentire la nostalgia di Mina stonando il cielo in una stanza. Ma ha il singhiozzo? E Morandi che non può dire che era una cagata osserva "l'hai cantata in modo tutto tuo".

Sacco e Vanzetti furono condannati perchè erano italiani. E' vero ma si dimentica che erano anarchici italiani. Non si può dire anarchici in TV?

Max Pezzali e Arisa scendono dalle scale, ma la regia si aspetta che arrivino dal fondo del palcoscenico come gli altri.

Meno male che Vecchioni accende la luce con un O' surdato 'nnamurato. Un milanese, ma figlio di napoletani.

E poi finalmente Benigni, non tanto per le battute, ma per la poesia. Mi sono commosso. Spero che i giovani lo abbiano ascoltato. Da solo vale il prezzo del biglietto.








martedì 15 febbraio 2011

OSTAGGI !!

Oggi pensavo che siamo sempre ostaggi di una piccola minoranza. E come sarebbe bella la nostra vita senza di loro, come questi esseri ci tarpino le ali, come ci rovinino la vita.

560 stronzi non hanno pagato le multe per le quote latte (560 su 39000!!). Gliele facciamo pagare? Ma neanche per idea. Paghiamo noi con 5 milioni di euro sottratti alle cure oncologiche! Siamo ostaggi di 560 stronzi e di una cricca di leghisti che li rappresentano. Ostaggi dei disonesti.

Domenica si va allo stadio? Beh, insomma, magari si rischia. Siamo ostaggi di quattro deficienti cerebrolesi che scambiano lo sport per la guerra. Ostaggi degli ultrà.

Sono in fila per ore, insieme a migliaia di persone per bene, sul raccordo anulare, perché quattro scemi che correvano troppo si sono frantumati. Ostaggi dentro alle nostre auto.

Una classe dirigente, poco selezionata e troppo invecchiata, continua a fare scelte catastrofiche sul mio e sul nostro futuro. Ostaggi degli incompetenti.

Un paese è fermo a guardare nel talamo del primo ministro. Ostaggi delle puttanelle del vecchio sporcaccione.

E voi di chi siete ostaggi?

lunedì 14 febbraio 2011

una bella giornata è un bel film?

Ho visto il film di Zalone "una bella giornata". Si tratta della pellicola che ha stabilito il record di incassi di tutti i tempi in Italia, dunque non si può liquidare con una battuta.
Il film scorre via piacevole, ogni tanto qualche bella invenzione e si fanno due risate.
Cosa c'è allora che non mi è piaciuto?

Non mi è piaciuto il fatto che rappresenta una comicità così greve e così fortemente attuale. Mi spiego. Zalone interpreta un personaggio abbastanza classico nella storia del cinema, il tonto. Dal Mon Oncle di Jacques Tati, al picchiatello Jerry Lewis, passando per il Peter Seller della Pantera Rosa e il Johnny stecchino di Benigni è pieno di mitici tonti. Quello che colpisce però qui è la mancanza di poesia. Non ci sono battute che ricorderemo come storiche. Mi viene in mente Johnny Stecchino quando gli raccontano le piaghe di Palermo. "E la più grande di tutte, quella che mette famiglia contro famiglia, il traffico". Ecco in quella battuta rimasta leggendaria c'è anche la critica e la denuncia dei costumi secondo lo schema del ridendo castigat mores.

E poi questi grandi hanno disegnato dei personaggi che rimangono immortali. Dubito che Zalone avesse tale ambizione, ma di sicuro il suo non lo sarà.

Anche in lui c'è il feroce malcostume dei nostri tempi, ma il veicolo usato per denunciarli è un personaggio non solo tonto, ma anche un pò, come si dice oggi, terra terra, forse eccessivamente grottesco a volte. E piace proprio per questo, perchè rappresenta i nostri tempi.

Ma io non mi rassegno al fatto che siamo così terra terra. 

giovedì 10 febbraio 2011

Le foibe e l'ultimo confine di europa

Ho scritto questa nota dopo il mio ultimo viaggio a Trieste in estate. Nella giornata di oggi mi pare molto attuale.


Quando vengo da queste parti mi sento un pò triste. Avverto questa tristezza nella gente, sopratutto di una certa età, nelle pietre dure del carso, negli spigoli vivi della roccia aspra.

Qui a 2 Km c’è la foiba di Basovizza, non tanto distante c’è il sacrario di Redipuglia. Lì riposano centomila morti della grande guerra. Centomila.


E’ forse uno dei luoghi più tristi ove sia mai stato. Sono andato anche al cimitero americano di Nettuno o quello in Normandia. Ma Redipuglia è un’altra cosa. E’ immenso, è monumentale, è un lato di una montagna adibito a tomba. C’è una atmosfera irreale. Tutta la popolazione di Udine troverebbe posto qui sotto. Le dimensioni ti atteriscono, le date di morte ti angosciano. I due terzi sono morti senza nome, polvere di una generazione spazzata via per pochi chilometri di terra. Qui hanno combattuto e sono morti, rapiti dalla loro giovane età senza una ragione, senza un perchè. 


Il mondo è cambiato, i confini sono caduti, ma ce ne sono altri, quelli che sono dentro di noi che ancora resistono. La comunità slovena di Trieste non si sposa con Italiani e viceversa. Le scuole slovene non ti vogliono se parli italiano.



Mi diceva un signore anziano al supermarket “mio cugino era un prefetto ma non è mai potuto venire a Trieste, era nato a Zara” sottintendendo che nessuno si sarebbe fidato della sua imparzialità. “Abbiamo perso delle terre bellissime, l’Istria e la Dalmazia erano stupende”. 


Forse i giovani non lo sanno, non sanno che a Gorizia il muro è caduto dopo quello di Berlino, che la città ha subito la stessa sorte della più famosa capitale tedesca. Forse i giovani non sanno che i coetanei sloveni fino a non tanti anni fa non potevano parlare sloveno in pubblico a Trieste perchè venivano picchiati da estremisti di destra. Forse i giovani non sanno che non si può sapere quanti sono i cadaveri che sono stati infoibati a Basovizza.


Vedo la durezza del posto nei volti segnati delle persone, gente che è nata su un confine e si è ritrovata in una guerra che non era sua.
Mia nonna era friulana. Avverto nelle parole che ascolto una cadenza conosciuta. Ma non mi posso riconoscere. Credo che nessuno che non sia nato e vissuto qua possa veramente capire questo popolo.


lunedì 7 febbraio 2011

Tuttologia

Siamo un popolo di ignoranti e presuntuosi. Quale è la caratteristica dell'italiano medio? Essere competente di tutto, avere un opinione su qualunque argomento, essere in grado di criticare chiunque.
Le frasi tipo "non sono in grado di giudicare","mi fido di quanto dice" sono state abolite. E poichè non serve studiare, non aiuta leggere, non agevola avere esperienze dirette, tutto ciò non è considerato ed è svalutato.

Parliamo di sport. Un popolo di sedentari che conosce tutto. Vi ricordate quando è cominciata l'America's Cup? Tutti pazzi per il Moro di Venezia, prima ancora di Luna Rossa. Non capiamo nulla ma siamo, si sa, un popolo di navigatori. Ed ecco che il boma, il tangone, la scuffiata, il lato di bolina etc diventano di uso comune. Non abbiamo mai fatto un metro in barca ma critichiamo lo skipper se ha virato troppo presto.

E con gli sci come andiamo? Al massimo la settimana bianca, ma quando un italiano cade o va lento, sappiamo già che avrà sbagliato la sciolina o ha spigolato. Noi l'abbiamo capito subito, prima dei tecnici azzurri.

Il calcio? Ma neanche a parlarne. Ce lo abbiamo nel sangue, siamo natural born CT. Tutti.

Stiamo male? Andiamo dal dottore? Non c'è nulla da fare, abbiamo già la diagnosi. E se il medico non è d'accordo? Non capisce nulla!

Si deve costruire un parcheggio sotterraneo, una galleria, un traforo, una metropolitana. "Ma cielo qui il terreno è friabile non si può fare!" E' commovente la conoscenza diffusa della geologia.

Insomma su qualunque argomento dobbiamo dire la nostra. Non esiste campo in cui l'italica immodestia non si confronti. Un sottosegretario, incontrando i rappresentati dei ricercatori in protesta contro la riforma Gelmini, ammise candidamente:"Non so nulla di quanto mi dite, non conosco bene la legge ne' la situazione universitaria, però questo mi pone in una condizione di privilegio, non avendo una posizione pregiudiziale". Cristallino!

Una volta si chiedeva la fantasia al potere, oggi al massimo ci arriva l'ignoranza. Non so nulla, me ne vanto e ho una opinione sul tutto.


mercoledì 2 febbraio 2011

Tirare dritti o svoltare?

Ieri ho ascoltato parlare per più di una ora il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L'argomento era la costruzione di un acceleratore per fisica delle particelle chiamato SuperB. Costo stimato sui 450 milioni di euro, rivelatori esclusi. Un progetto bellissimo in un mondo ideale.

A parte la superficialità di alcune affermazioni (lo scavo? ci vogliono solo 6 mesi per fare un tunnel circolare di 1.8 Km!, i soldi? Finora abbiamo chiesto 20 milioni ne sono arrivati 19. E' un buon segno. Se il ministero magari.., se l'Unione Europea, se i partner internazionali, se il CIPE forse..., se gli americani ci ripensano..un pò troppi se!) la cosa che mi ha più colpito è la solita visione settaria della fisica in italia.

Alcune affermazioni bandiera: una volta chiuso KLOE a Frascati in Europa rimane un solo laboratorio, il CERN. In realtà in Europa ci sono decine di laboratori che hanno acceleratori, ma non fanno fisica delle alte energie. Ma nel ragionamento è implicito il giudizio negativo che vede come fisica degna solo quella delle particelle.

"Guardate come si è ridotta DESY" (Ad Amburgo). "Ve lo dico, se noi non facciamo SuperB in qualche anno questo laboratorio sarà contaminato dall'interdisciplinare". Siccome frequento quel laboratorio posso dire che mi ci vorrei ridurre io così. Hanno lasciato la fisica delle alte energie per passare a fare quello che si chiama interdisciplinare, ovvero l'utilizzo della luce di sincrotrone per fisica fondamentale o applicata, per biologia, chimica etc.

Stanno costruendo una macchina per la quale hanno ricevuto un finanziamento di 1 miliardo di euro. Il governo gli ha dato talmente tanti soldi che hanno problemi a spenderli. Le sedie della sala controllo sono poltrone da 2000 euro. Hanno rimesso a nuovo tutti gli edifici. Ci lavorano dei premi Nobel. Ma nella ristretta visione che abbiamo noi si sono ridotti così...poveracci perchè hanno lasciato la fisica delle particelle.

Anche l'america quest'anno chiude il Tevatron al Fermilab. Rimane solo il Giappone, un colosso con cui noi difficilmente possiamo competere e che sta già costruendo la sua SuperB.

Può darsi che il presidente abbia ragione e che la nostra missione sia di continuare a fare fisica delle particelle, perchè a parte i soldi abbiamo dei grandi scienziati, perchè qui c'è una scuola di fisica che ancora funziona, anche se è tutto da verificare la presenza di un management che possa gestire un tale progetto.

 Ma può anche capitare che abbia torto. E allora mentre gli altri svoltano, mentre i più ambiziosi superano gli Appalachi come fecero i pionieri americani che giunsero nelle ricche terre dell'ovest dove scatenarono una mitica corsa all'oro, noi tiriamo dritti e rimaniamo qua per almeno 10 anni, non con la certezza ma solo con la speranza di fare qualcosa. Può darsi che dopo le miniere siano già esaurite.

Ma tanto tra 10 anni questa classe dirigente sarà tutta in pensione...ma noi no!