giovedì 1 marzo 2012

Sgabuzzino con vista

Ho iniziato le lezioni di un nuovo corso. Non è la prima cattedra che abbia mai avuto, per due anni ho tenuto delle lezioni di informatica, ma è la prima che sento nelle mie corde. Acceleratori di particelle, che è ciò che faccio tutti i giorni.

E' un insegnamento che ho seguito anche io quando ero dottorando. E mai avrei pensato un giorno di essere colui che faceva le lezioni. La svolta è stata la constatazione, sottolineata dai professori ordinari, che la didattica conta e come nell'avanzamento di carriera, anche dei ricercatori, condizione necessaria si capisce, non sufficiente.

Io sono dell'incrollabile certezza che non mi muoverò mai dal mio ruolo. Se c'è una colpa grave in questo sistema è essere orfani. Dal punto di vista dell'Università io sono il gruppo di me stesso.

Però considero anche che una persona deve fare tutto il possibile per non tarparsi le ali. In modo che un giorno possa squadernare il proprio curriculum e avere la coscienza a posto.

Finora ho solo 3 studenti, ma si sa che i corsi specialisti hanno pochi adepti. E poichè siamo pochi ci sono per noi delle aulette che sono state ricavate chiudendo degli spazi comuni, degli sgabuzzini con vista.

Sono piccine, fredde di inverno e calde di estate. Il telecomando del proiettore non funziona perché le pile sono scariche. Ma non andatelo a segnalare, passate da novellini. E' chiaro che il docente deve portare le batterie. D'altronde se nella scuola secondaria bisogna portarsi la carta igienica, cosa volete che siano delle pile? (ah uno stock completo perché ogni proiettore è differente...).

Sarà lo spirito del neofita ma io sono felice quando vado la mattina a fare lezione. Non so se riesco a comunicare qualche conoscenza (averne!), ma spero almeno un pò di sano entusiasmo. Mi auguro di trasferire il piacere che ho nel fare ciò che faccio.

E anche se intorno le infrastrutture sono quello che sono, se il rettore non ci riconosce l'adeguamento salariale a cui avremmo diritto, portiamo pazienza. Perché c'è l'orgoglio di ciò che si fa. E guardiamo questa esperienza con gli occhi del cuore e non della mente.


Nessun commento:

Posta un commento