venerdì 27 febbraio 2015

Lunga vita e prosperità



Credo che pochi personaggi dei telefilm abbiano lasciato una impronta più profonda di quella impressa da Leonard Nimoy interpretando il comandante Spock.

Appartengo ad una generazione che è cresciuta con Star Trek, immaginando di viaggiare con loro sull' Enterprise. Credo che il grande successo che ha avuto sia dovuto principalmente alla esigenza di una nuova frontiera. Arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.

Non ci sono più posti inesplorati sulla Terra, sogno degli esploratori dei secoli scorsi. La luna, quando ero piccolo, sembrava a portata di mano, e dunque Star Trek era la risposta all'esigenza di ampliare i confini.

Ci piaceva anche il modo con cui giravano. Non erano prepotenti, non volevano esportare un modello culturale ma invece ascoltavano, osservavano, imparavano. Con un pizzico di ironia.

In questo contesto Spock era lo scienziato per antonomasia. Aveva una conoscenza della scienza totale, una memoria prodigiosa, una logica ferrea. Devoto fino alla morte "Le esigenze dei molti contano più di quelle dei pochi o di uno", ha incarnato un modello. Tra il guascone Kirk e il compassato Spock è sempre stato quest'ultimo il mio preferito.

Mi chiedo quante generazioni di scienziati da bambini lo abbiano visto e sognando di essere un pò come lui siano state da questo ispirate nella loro vocazione.

Con l'attore Leonard Nimoy, se ne va un pezzo di noi, della nostra fanciullezza, di quelle allegre scorrazzate nello spazio, non per sparare a tutto e a tutti come si farebbe oggi in un videogioco, ma per il gusto di viaggiare e di stupirsi. Le piccolezze del mondo, spariscono sulla scala dell'universo.

Sono sicuro che avendo amato molto le stelle non abbia avuto paura della notte.






mercoledì 18 febbraio 2015

Eppur si muove...

Ieri un visitatore in Santa Croce a Firenze è stato ricoverato per delle allucinazioni. Sosteneva di avere visto muoversi la tomba di Galileo.

Il defunto avrebbe ragioni da vendere per rigirarsi dentro. Proprio l'altro giorno un teorico dell'Islam ha contestato il fatto che la terra ruoti. Ennesima dimostrazione che quando gli uomini di fede parlano di scienza vengono fuori dei mostri.

E' facile girovagare sul web incontrando delle oscenità tipo queste: http://www.losai.eu/come-venne-insabbiato-lesperimento-dimostrava-geocentrismo/ in cui si sostiene che, non si sa perchè, gli scienziati hanno affossato il geocentrismo, che invece si dimostra vero! Così, per protesta contro Dio. Da secoli.

Se tutte queste dimostrazioni fanno sorridere, ma fino ad un certo punto, ci sono però segnali ben peggiori. La nascita dei cosiddetti post-empiristi. Si tratta di scienziati "veri", o supposti tali almeno.
Se ne è interessata Nature recentemente: http://www.nature.com/news/scientific-method-defend-the-integrity-of-physics-1.16535

Sono sopratutto fisici teorici i quali si innamorano dell'armonia e della bellezza delle loro teorie. Dimenticando magari che è fondamentale la prova sperimentale che la natura si comporti così. E' una visione metafisica della scienza: la mia teoria è così elegante che non può essere falsa.

Che piaccia o no è la stessa cosa che accadeva prima del Galilei. Riparte adesso LHC con l'idea di andare ancora più su di energia, nella speranza che trovi qualcosa per una vasta comunità di teorici, che da decenni prosperano sulla supersimmetria, teoria elegante ma senza prove scientifiche. Finora.

I testimoni giurano che il turista, mentre veniva portato via, abbia sussurrato:"Eppur si muove"

giovedì 12 febbraio 2015

Aula 23



L'aula 23 dell'edificio Sogene a Tor Vergata è quella che ospita il laboratorio del terzo anno di fisica e scienze dei materiali. Si fanno esperienze di elettronica.

Per 7 anni ho seguito le esercitazioni con un mio collega. Dal prossimo anno passo la mano, tengo due corsi di fisica generale ed uno di acceleratori. Sono sicuro che ci siano colleghi meno impegnati.

Un pò mi dispiace, perchè molto del bello che ho avuto in questi anni è passato di qua: i miei laureandi e la mia squadra di football.

Ho instaurato un rapporto con gli alcuni studenti che dura anche dopo la fine del loro corso di studi e resiste perfino ad un oceano di mezzo.

Però credo che il cambiamento sia una cosa importante nella vita. Altrimenti si torna allo stesso punto, si rifanno le stesse lezioni e ci si accorge che inevitabilmente la preparazione di base di questi ragazzi diviene sempre più trasparente.
L'anno scorso un ragazzo mi chiese aiuto perchè non sapeva spellare un cavetto. Mi chiedo se al secondo anno abbiano oramai tutto wi-fi...

Mai avrei pensato di trovarlo adesso a fare assistenza didattica in quel laboratorio che così poco ha dimostrato di conoscere. E questo perchè non si indaga sul curriculum delle persone che fanno domanda per questo incarico.

Quest'anno abbiamo avuto chi invece di fare uno schema del circuito ha preso una foto con il cellulare (mal fatta) e ha appiccicato quella, chi scrive che fa un errore del 200% e chi invece di una parte su un milione. Con la strumentazione che hanno ha del miracoloso.

Se dovessi valutare i loro elaborati con il metro con cui erano giudicati i miei, moltissimi non arriverebbero a 18. Ma i tempi sono cambiati mi si dice. Vero, ma la differenza tra conoscenza ed ignoranza è rimasta la stessa.

Abbassare il livello non è un buon servizio per gli studenti: significa ingannarli e illuderli.

Guardiamo avanti.